sabato 11 ottobre 2014

Non ci si accosti all'Eucaristia senza l'abito nuziale

Non ci si accosti all'Eucaristia senza l'abito nuziale.
Dall'omelia di stasera.
Il brano del Vangelo di oggi smonta fin dalle prime righe una delle più radicate convinzioni dell'uomo contemporaneo: "perché impegnarsi a fondo per cambiare se Gesù è così buono che ci accetta come siamo?"
Non è così. Gesù non ci accetta come siamo. Ci chiede di cambiare, di tendere alla santità.
Nel brano del Vangelo, i secondi invitati al banchetto di nozze - che è l'Eucaristia - siamo proprio noi, quelli raccattati agli angoli delle strade. Eppure, il Re si accorge che una persona non ha l'abito nuziale... fa legare quella persona e la fa buttare fuori, nelle tenebre, dov'é pianto e stridor di denti.
Quella persona non aveva l'abito nuziale, ossia si trovava nella condizione del peccato. E' Gesù, quindi, che ci dice che non possiamo accostarci a Lui nella Santa Eucaristia senza esserci pentiti dei peccati ed essere passati per la confessione. Oltre, naturalmente, ad aver preso il serio impegno di cambiare la nostra vita, con atti concreti che devono seguire immediatamente.
Ma perché quella persona non aveva l'abito nuziale? Perché chi avrebbe dovuto avvertire di indossarlo, ossia gli emissari del Re (che siamo noi, i sacerdoti), aveva omesso di farlo.

Don Antonio Serra, parroco della Parrocchia di San Gavino (SS)

Ecco il brano del Vangelo:
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 22,1-14.
In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

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